Quale angoscia, quale illusione potrà mai colpire colui che ha realizzato la vera natura delle cose? Ovvero colui che in tutte le cose, in tutti gli esseri, percepisce la stessa scintilla spirituale di Isha, l’identità qualitativa tra sé e il Supremo?
La Shri Ishopanishad, cara alla tradizione Gaudiya Vaishnava e già commentata magistralmente da Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Swami Prabhupada, è un’opera che indica in modo netto, inequivocabile, la via per l’immortalità.
Si tratta di un percorso che è dato di poter seguire anche all’uomo d’oggi, qualora si lasci abitare da un desiderio metafisico di eternità e apra il cuore alla comprensione di questa saggezza antica e sempre nuova.
I diciotto mantra della Isha, come “sassolini” lasciati dietro di sé dai Veggenti upanishadici, tracciano un sentiero luminoso verso la metà agognata, incisa nel profondo di ogni vivente: l’abbraccio intramontabile con sé stessi e con Dio.
In questo ascolto, Marco Ferrini legge, spiega e commenta i primi otto mantra della Shri Ishopanishad: un’esegesi, la sua, che ha il doppio pregio di collocarsi nel solco della Tradizione a cui come Maestro appartiene e di attualizzare il messaggio per le donne e gli uomini contemporanei, anche grazie a ricche sessioni di domande-risposte con il pubblico.