Negli antichi testi della letteratura sacra indiana il mondo della Realtà è conosciuto come Vaikuntha. Non luogo ma logos, dimensione oltre il tempo e lo spazio, coincide con la più intima consapevolezza della nostra natura immateriale, immortale, colma d'amore e di felicità. Vaikuntha non si può sognare ad occhi chiusi senza desiderarla ardentemente ad occhi aperti, e quando ardentemente la si desidera, essa si manifesta anche nell'esperienza di questo mondo.
Molti di noi si sentono irresistibilmente attratti da Vaikuntha, come se la conoscessimo, anche se da tempo immemorabile ci siamo così tanto allontanati da questa nostra naturale dimora, la nostra dimensione spirituale in cui possiamo soddisfare ogni desiderio, da non ricordarla più. Tuttavia, anche quando non ne siamo consapevoli, la sogniamo. Come accade ad un raggio di luce che si rifrange in un prisma, Vaikuntha, passando attraverso lo spettro della nostra psiche, acquisisce forme improprie, spesso lontanissime dalla sua essenza. Ma il ricercatore spirituale, anche se dovrà superare innumerevoli ostacoli, tenderà sempre a riconquistare il suo stato primigenio di felicità che eternamente lo attende.